Kingdom Hearts Short Stories, Volume 1: Altri Diamanti

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    Prologo



    -Riku!-
    Vedendo Sora correre in modo affannato verso di lui, sollevando mucchi di sabbia ad ogni suo passo, Riku si alzò da terra.
    -Perchè devi fare così tanto rumore, Sora?-
    -Oh, andiamo! Non siamo mica venuti sull'isola solo per dormire!-
    -Le persone grandi non hanno il tempo di starsene a gironzolare come te, Sora. Sono stanco, vai a giocare.-
    Tra Sora e Riku correva un anno di differenza. Solo uno. Un singolo, misero anno di differenza. Ma mentre Sora era vivace e giocherellone, Riku era freddo e lo ammoniva sempre, usando come scusa il fatto di essere più grande di lui e quindi più maturo.
    -Allora... è successo qualcosa di interessante?-
    -No, nulla.- Sora si sedette a gambe incrociate accanto a Riku. -Ultimamente non fai altro che startene qui a poltrire davanti all'oceano, Riku.-
    -Beh, non che sia un divertimento, per me.- Rispose Riku, guardando l'amico. Si stava domandando se convenisse sfidarlo in un piccolo duello, come stavano già facendo Selphie e Wakka poco lontano.
    Quella piccola baia dove si trovavano era isolata dal mondo, da tutti. Escludendo il suono delle onde, era un posto molto tranquillo e silenzioso.
    -Ma cos'è che scruti ogni giorno?-
    -Non lo so.-
    -Oh...- Sora inclinò la testa di lato.
    -Ehi, voi due. Che fate?-
    Udendo quelle parole, Sora si voltò. Un grande sorriso si disegnò sulle sue labbra, non appena capì a chi appartenesse quella voce: a Kairi.
    -Nulla di speciale.- Anche Riku aveva cominciato a sorridere lievemente, non appena si era accorto della presenza della ragazza.
    -Niente di niente?- Kairi si sedette accanto a Sora.
    -Già. Abbastanza noioso, eh?- Annuì lui, nella speranza che l'amica fosse d'accordo.
    -A dire il vero, trovo che sia bello sedersi di tanto in tanto qui a guardare l'oceano.- Sora però non sembrava pensarla così.
    -Eddai, Riku! Facciamo qualcosa assieme! Qualsiasi cosa!-
    -Che ne dite di una corsa?-
    Non era di certo un evento raro vedere i due ragazzi sfidarsi sulla spiaggia in gare di velocità. Alla fine della baia c'era un albero di Paopu. L'obiettivo era toccarlo e poi tornare indietro, al punto di partenza.
    -Ancora?- Riku non sembrava particolarmente interessato.
    -Cosa intendi con "ancora"? Sono secoli che non ne facciamo una! L'ultima volta è stata... uhm...-
    -Tre giorni fa.- Era vero. I due si era sfidati appena tre giorni prima, e Riku aveva stracciato Sora. Ma lui non si dava mai per vinto.
    -Già tre giorni!-
    Kairi rise, osservando l'insistenza di Sora.
    -E va bene, immagino di non avere scelta. Ma solo una.-
    -Fantastico!- Sora balzò in piedi.
    -Ok, io sarò il giudice.- Disse Kairi, dirigendosi verso l'arrivo.
    -Le regole sono le stesse. Possiamo prendere la strada che preferiamo, e il primo che tocca l'albero di Paopu tornando poi qui, vince.-
    -Ok.- Annuì Sora. -Ora che ci penso, non abbiamo ancora dato un nome alla nostra zattera, vero? Quindi... se vinco, sono il capitano!-
    Riku rivolse il suo sguardo nel punto sulla spiaggia dove giaceva tutto il materiale raccolto per costruire la loro zattera. Non sapevano dove sarebbe potuti andare con quella, ma ciò che era certo, era che avrebbe lasciato la loro isola.
    -E, se vinci tu...-
    Riku interruppe Sora prima che potesse finire la frase.
    -Io dividerò un Paopu con Kairi.-
    Sora strabuzzò gli occhi.
    -Huh?!-
    -Ok? Il vincitore divide un Paopu con Kairi.-
    -Co... cos... aspetta un momento!-
    C'era una leggenda attorno al frutto di Paopu. Si diceva che se due persone ne condividevano uno, erano legate per sempre, nel bene e nel male. Riku era certo che Sora avrebbe voluto provare. Ma non sapeva, invece, cosa desiderasse Kairi.
    -Ok, al mio via!- Gridò la ragazza. -Tre, due, uno... VIA!-
    Riku partì come una scheggia, dirigendosi verso il ponte di legno, che gli avrebbe risparmiato la fatica di correre sulla sabbia. Sora prese una strada diversa. Per i due era diventata una vera e propria sfida, considerando la posta in gioco. Riku cominciò quasi a sentirsi in colpa per questo, ma ormai era troppo tardi. Proprio in quel momento, gli balzò alla mente un'immagine: un disegno nella Grotta Segreta, che Sora conosceva molto bene.
    Riku attraversò il ponte, salì una scala e si ritrovò su una piattaforma, dalla quale aveva una visuale panoramica dell'intera spiaggia. Sora era rimasto indietro. Riku respirò profondamente e si aggrappò alla fune davanti a lui, che lo portò nuovamente sulla sabbia, più in là. Sora non sarebbe mai stato capace di fare lo stesso, e lo sapeva.
    Kairi era davvero a una minima distanza da Riku, ma teneva gli occhi puntati su Sora, che si stava facendo valere: cresceva di giorno in giorno, e Riku sapeva che sarebbe arrivato il momento in cui l'amico l'avrebbe battuto.
    Lui... non potrà mai battermi... non può... Pensò Riku, ma...
    -PRIMO!-
    Riku aveva perso per un misero secondo.
    -Oh, SI'!- Esultò Sora, cadendo a terra. Riku lo guardò dall'alto al basso.
    -Allora scegli tu il nome della zattera.-
    Sora non credeva alle sue orecchie.
    -Co... cosa?! Ma hai detto che... !-
    -Cosa? Ah, ti riferisci al Paopu? Era solo uno scherzo. Avresti dovuto vedere la tua faccia!-
    Kairi corse verso di loro.
    -Congratulazioni, Sora!-
    Sora era troppo stanco per alzarsi, ma sollevò i pugni al cielo in segno di vittoria.
    -Ehi, di che stavate parlando?-
    -Non te lo diciamo.- Rispose Riku, voltando le spalle a Kairi e allontanandosi. Gli serviva del tempo per stare da solo.
    -Dove stai andando?-
    -Non ti dico nemmeno questo.-
    Kairi inclinò la testa alla fredda risposta del ragazzo.
    -Vincerò anche la prossima volta!- Esclamò Sora.
    -Sì, sì, certo.-
    Riku continuò per la sua strada.



    Riku osservava in silenzio l'orizzonte.
    Non poteva accettare d'aver perso contro Sora.
    Probabilmente, pensava più che altro a Kairi, l'unica cosa in cui l'amico fosse avvantaggiato rispetto a lui, in qualunque situazione.
    Quando la posta in gioco si era fatta così alta, Riku aveva perso.
    Era invidioso di Sora.
    Sapeva di non essere in grado di battersi come aveva fatto lui, con tutto il suo cuore. E sapeva anche che non avrebbe esultato come l'amico, in caso di vittoria.
    Riku cominciò a chiedersi come mai fosse il più grande di tutti. Se non lo fosse stato, probabilmente le cose sarebbero andate da sempre diversamente.
    Forse... se Sora e Kairi non fossero mai esistiti... se lui fosse sempre rimasto solo... sarebbe stato meglio? La sua vita sarebbe stata più felice?
    In quel momento, Riku non sapeva davvero che fare. Poteva sognare quante volesse un mondo senza Sora e Kairi, ma la realtà, per quanto potesse non piacergli, era solo una: quei due erano sempre al suo fianco.
    Cominciarono a sollevarsi delle notevoli folate di vento.
    Venivano dall'oceano? O dal cielo? Entrambi erano sempre gli stessi, alle Isole del Destino. Non sarebbero mai cambiati.
    Riku, consapevole di ciò, chiuse gli occhi.
    Nonostante tutto, si accorse che il paesaggio attorno a lui era sempre uguale. Non sarebbe mai stato capace di andarsene dal quel Mondo così monotono...
    Presto, la porta si aprirà.
    Riku aprì di scatto gli occhi non appena sentì una voce misteriosa provenire da qualche parte.
    -Chi va là?!-
    Non c'era nessuno con lui. L'unica cosa che poteva udire era il canto dei gabbiani e il suono delle onde.
    Presto, la porta si aprirà.
    Di nuovo quella voce. Sembrava quasi familiare...
    Puoi avvertire l'Oscurità dentro di te?
    -Cosa significa?- Esclamò Riku. Quella voce proveniva dai più profondi meandri del suo cuore. Da Ansem.
    Perchè la rifiuti? Non credi sarebbe meglio eliminare Sora e Kairi una volta per tutte?
    -Taci!-
    Solo in quel momento, Riku si accorse d'essersi lasciato trascinare dall'Oscurità. Nemmeno i raggi del Sole lo raggiungevano più.

    CAPITOLO COMPLETO! SE NE RIUSCIREMO A REPERIRE ALTRI, LI TRADURRO'!

    • Intanto, ringrazio il sito ReMember Kingdom Hearts per la traduzione inglese, ma soprattutto l'Utente 4° Hokage, per esser riuscito a trovare questo primo Volume delle Short Stories!

    Edited by Larxene - 14/5/2014, 17:02
     
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    Episodio 1: Nient'altro che blu



    L'episodio è scritto dal punto di vista di Topolino, e si ambienta poco dopo la fine di Kingdom Hearts 2.



    Dopotutto, viaggiare non è poi così difficile. O forse, un nuovo viaggio è già iniziato.



    Il Sole tramontava sull'oceano delle Isole del Destino.
    Osservavo il mare assieme a Kairi.
    Anche Paperino e Pippo erano accanto a noi due.
    Tra giorno e notte, tra Luce e Oscurità... il crepuscolo crea un un Mondo oscuro e blu, celato tra i raggi del Sole.
    Bello, pallido e nuvoloso, situato tra cielo e mare.
    Ho viaggiato per i Mondi, ma non ho mai visto un oceano e un cielo così da vicino.
    Un Mondo speciale; le Isole del Destino... questo Mondo, la residenza di una delle Sette Principesse, Kairi.
    Mi sembra sia passato così tanto tempo da quando ho cominciato il mio primo viaggio... giorni prima, ho anche incontrato Ansem per la prima volta... ma... sono davvero passati degli anni?
    Se osservi ogni Mondo separatamente, ti accorgi che questo è lontano sia nello spazio, che nel tempo. Il suo mare, il suo enorme cielo. Alla fine, sono anche giunto alla conclusione che i Mondi non viaggiano, in nessuna dimensione. Sono sempre gli stessi, e non so nemmeno la ragione della loro esistenza.
    Ansem Il Saggio, hai mai ripensato veramente a questi argomenti?
    Keyblade, mente, Mondo.
    I cuori che si riuniscono... Kingdom Hearts.
    Ma mi domando... c'è davvero qualcosa dentro Kingdom Hearts?
    Come dovrebbe giovare a noi, il fatto di impadronircene?

    Osservai il profilo di Kairi, ancora intenta a fissare l'oceano. -Potrebbe accadere.- Dissi.
    -Re...- Rispose lei, annuendo lentamente.
    Paperino e Pippo si scambiarono un'occhiata.
    Riku e Sora non erano ancora tornati.
    Ma io credevo in loro.
    Sapevo che avrebbero sconfitto Xemnas, che sarebbero tornati da noi.
    -Guardate là...- Mormorò Kairi, sollevando lo sguardo. Due raggi di luce attraversarono il cielo, per poi precipitare in mezzo al mare.
    Paperino e Pippo cercarono in tutti i modi di raggiungere i due ragazzi sbucati improvvisamente dall'acqua.
    -Sora! Riku!-
    Anche Kairi corse sorridente verso il mare, io agitai la mano in segno di saluto.
    Non ne potevo più di attenere. Superai Paperino, Pippo e Sora per saltare in braccio a Riku.
    -Riku!-
    -Maestà!-
    Era bello. Era veramente bello averlo ritrovato.
    Al Castello dell'Oblio gli avevo fatto promettere di continuare per la sua strada, di non arrendersi mai.
    Aveva mantenuto la promessa.
    E ora...
    -Sono a casa.-
    Sorrisi a Sora.
    -Bentornati.- Kairi gli tese una mano, e lui la afferrò. Io rivolsi il mio sguardo a Riku, ancora intento ad osservare i due, per poi riprendere la parola.
    -Bentornato, Riku.-
    Sorrise.
    -Sono a casa, vostra Maestà.-



    Il suono delle onde. Il risplendere delle stelle.
    Io e Riku eravamo seduti l'uno accanto all'altro, a fissare l'orizzonte. Paperino, Kairi e Sora parlavano rumorosamente tra di loro.
    -Avete fatto davvero un bel lavoro, voi due.- Mormorai dopo un sospiro.
    -Beh, dopotutto abbiamo preso strade separate. Abbiamo fatto poche cose simili tra loro, come sempre, d'altronde... siamo diversi, io e Sora...- Riku sorrise.
    -Intendevo...- Abbassai lo sguardo. -Quando chiudesti la porta del Regno dell'Oscurità. E poi, quando hai lasciato il Castello dell'Oblio, camminando in un Corridoio Oscuro...-
    Ci siamo separati ben due volte.
    -Sono fuggito solo per nascondere le mie azioni, Maestà.-
    Per evitare di incrociare il mio sguardo, Riku ricominciò ad osservare l'orizzonte.
    -Non sei fuggito, hai solamente scelto un'altra via da percorrere, Riku.-
    Non ottenni una vera e propria risposta alla mia affermazione. E poi pensai che, in fondo, Riku era ormai una persona adulta, matura.
    Inizialmente era stato raggirato da Ansem e Malefica, dall'Oscurità, ma non ha mai perso di vista la Luce. Non intendeva arrendersi. Forse perchè la Luce, in realtà, era sempre stata dentro di lui.
    -Sto parlando di ciò che avete fatto insieme!-
    Sora cercò ad un tratto di interromperci correndo verso di noi, pronto a raccontarci qualcosa, ma venne fermato da Pippo che gli fece lo sgambetto. -Cosa devo fare con te?- Lo rimproverò.
    -Ehi, non sei divertente quando fai così!-
    Sora cercò di alzarsi, ma Paperino e Pippo gli saltarono immediatamente addosso.
    -Tutti insieme, forza!-
    -Ahyuk!-
    -Ack!-
    Sora cadde di nuovo sulla sabbia, schiacciato dal peso degli altri due.
    -Siete pesanti!-
    -Oh, a proposito di cose che cambiano... Sora non cambierà e nemmeno crescerà mai, Maestà.- Commentò Riku, strappando una risata a Pippo.
    -Sei terribile!-
    -Stavate parlando di qualcosa di serio?- Ci domandò Pippo.
    -Ah, parlavate? Oh! Di cosa, di cosa?- Aggiunse Sora.
    -Sembri tutto tranne che un Eroe che ha appena salvato il Mondo, Sora.- Disse Kairi, ridendo e avvicinandosi a noi.
    -Ma... Kairi!-
    Ridemmo tutti, tranne Sora, che ancora si lamentava della sabbia che aveva addosso e di come lo prendevamo in giro, ovviamente scherzando.



    Sotto le stelle, sulla spiaggia, accanto al mare.
    Si potevano trascorrere ore su quell'isola, ad ascoltare il rumore delle onde.
    La battaglia contro Xemnas faceva ormai parte del passato. Lui non c'era più.
    -Il Mondo è salvo, Kairi.- Ricordai d'aver pronunciato quelle parole pochi giorni prima.
    Ma... ero davvero certo di ciò che dicevo?



    Ho davvero contribuito a salvare il Mondo?
    Pensai, non essendone certo.
    Ciò di cui ero invece sicuro, era che Riku stava bene, insieme a Sora.
    Se i tuoi amici ti sono accanto, tutto si risolve.
    -Ehi, ho fame!- Disse Pippo.
    -Anch'io!- Esclamò Sora, guardandolo.
    -Sembra che Sora si preoccupi solo di mangiare...- Dissi, rivolgendo il mio sguardo verso Riku.
    -Non c'è qualcosa di gustoso su quest'isola?- Domandò Paperino.
    -Che ne dite di un frutto di Paopu?-
    Kairi si voltò verso Sora poco dopo aver pronunciato quelle parole.
    -Sarebbe fantastico!-
    -Ne voglio uno anch'io.- Disse Riku, e Kairi iniziò a camminare.
    -Veniamo anche noi!- Paperino e Pippo li seguirono. Poco dopo, li raggiunsi anch'io.
    I raggi del Sole ci illuminarono tutti quanti.

    CAPITOLO COMPLETO!

    Edited by Larxene - 8/3/2014, 20:18
     
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    Episodio 2: il crepuscolo



    L'episodio è scritto dal punto di vista di Naminé.

    La luce del Sole illumina la stanza attraverso le grandi finestre.
    Non riesco a distogliere lo sguardo dalle tende.
    Questa è chiamata Villa Stregata perchè non ci viene quasi mai nessuno. L'unico rumore udibile è il canto degli uccelli nella foresta.
    Mi trovo in una stanza simile a quella del Castello dell'Oblio. Tuttavia, qui non mi sento sola.
    Axel e Riku sono qui con me.
    E visto che non interagisco mai con altri ragazzini, ricopro il muro coi disegni presi dal mio sketchbook. Oggi ho deciso di disegnare Axel e Riku.
    Quest'ultimo è ancora nella sua forma originaria. Non mi va di rappresentarlo sotto forma di Ansem. Axel, invece, sta mangiando un gelato.
    Questo è un posto dove loro due possono ridere e divertirsi.
    Noto con piacere che vanno molto d'accordo. Da quando Riku ha assunto l'aspetto di Ansem, non ci parliamo molto. Ma se mangia il gelato con Axel ride tanto, e sembra quasi una persona diversa.
    Axel gli ripete sempre di "ridere per sconfiggere le cattive emozioni".
    E come se non bastasse, quest'ultimo adora letteralmente il gelato. Ne sta mangiando talmente tanto, ultimamente, che penso che non faccia altro! Spero che non gli venga il mal di pancia, un giorno di questi! Il frigo qui è pieno di ghiaccioli...
    Quando incontrai per la prima volta Axel al Castello dell'Oblio, sembrava una cattiva persona. Non pensavo che sarebbe diventato così.
    Soprattutto dopo che ho avuto modo di entrare nei ricordi di Roxas.



    Chiudo le tende e mi siedo.
    Ho appena finito di disegnare Axel e Riku.
    Ormai passo interi giorni dedicandomi all'arte.
    Ho trascorso del tempo in questa villa e un anno nel Castello dell'Oblio. Visto che Sora riposa, non lo vedo quasi mai.
    Ma non mi annoio, grazie ad Axel e Riku.



    Mi hanno parlato degli innumerevoli viaggi di Sora, di tutti i Mondi che ha visitato.
    Paperino, Pippo, Sora, addirittura la Replica di Riku, mi hanno fatto compagnia.
    Mi sembra strano trovarmi in un luogo e non essere accerchiata dai membri dell'Organizzazione. Mi sembra strano... non essere sola.
    Sospiro e spingo indietro il mio peso sulla sedia, in modo che dondoli.
    Mi viene da ridere a ripensare a quando Axel cadde all'indietro facendo questo stesso mio movimento.
    Spero che lui e Riku tornino indietro da me, prima o poi.



    Mi blocco improvvisamente e mi fermo a riflettere.



    Cosa ne sarebbe stato di me senza il vostro aiuto?
    Non posso saperlo.
    Ma di certo non mi troverei qui, se non fosse stato per voi due...



    Fisso il mio sketchbook e il disegno di Riku e Axel.
    Improvvisamente, odo una voce provenire dall'esterno.
    Sta arrivando... qualcuno?



    Tiro lentamente le tende e osservo il giardino.
    -E' inutile venire qui.-
    -Dicono che ci sia una specie di fantasma.-
    -Io... io credo che me ne andrò...-
    Noto che il ragazzo tozzo è preoccupato, mentre i suoi amici non lo sembrano affatto. Sono Hayner, Pence e Olette.
    Gli amici "falsi" di Roxas nella Crepuscopoli virtuale.
    -Non di nuovo, Hayner.-
    -Sarebbe bello venire qui, se voi non foste così insistenti nel voler trovare "il fantasma".- Olette è evidentemente arrabbiata. Guardandoli ripenso a tutti quanti i miei amici.
    -Smettetela di litigare!-
    -Io me ne torno a casa.- Conclude Olette, avviandosi verso la foresta.
    -Ah, sì?...- Pare che Hayner non sappia bene come ribadire. -Beh, meglio lasciarla stare.-
    -Ehi, guarda! Le tende si sono mosse!-
    Mi nascondo dietro le tende.
    -Ma cosa dici? E' solo il vento...-
    -Si sono mosse di nuovo!- Pence punta l'indice verso di me. -Ed è strano perchè quella finestra è chiusa ermeticamente...-
    -Dici?...-
    Pence incrocia le braccia. -Ma suppongo che a te non interessi. Vuoi solo andare al negozio di dolciumi in piazza...-
    Il negozio di dolciumi... anche Axel ci andrebbe.
    -Ho sentito che per la città si aggira un tizio vestito di nero. Ma nessuno sembra conoscerlo...-
    -Nemmeno tu, che "registri" tutti i volti della città?-
    Pence scuote la testa. -Lo sai... penso che tutti i nuovi visitatori arrivino dalla Stazione...-
    -Beh, io non ho mai visto nessun tizio vestito di nero, qui. ... ti va di mangiare un gelato?-
    -Certo.-
    Udendo la risposta, Hayner comincia a correre in direzione della foresta. Pence lo segue.
    Io rimango ad osservarli ancora un po'.
    Ora che ci penso, io prendo sempre il gelato dal frigo, e mai dal negozio in piazza.
    Premo una mano sul mio petto e poi esco dalla stanza.



    Corro attraverso la foresta portando con me 50 Munny. Appartengono a DiZ, ma so che alla fine mi avrebbe permesso di utilizzarli.
    Dopo la foresta, entro nella Zona del Tram.
    E' strano passare dal buio del bosco alla luce della piazza.
    Una tram mi passa davanti.
    Anche se non ho un cuore, sento uno strano calore nel mio petto.
    Mi avvio verso il negozio di dolciumi stringendo tra le mani i Munny.
    -Due, per favore.- Chiede Hayner all'anziana signora dello stand. Pence sta già assaporando il suo gelato. -Si scioglieranno se non troviamo Olette subito.-
    -Ehi!- Poco prima di allontanarsi, i due mi notano. Mi blocco nel bel mezzo della piazza.
    Tuttavia, dopo avermi osservato per un po', i due cominciano a correre. Sospiro.
    Stanno gareggiando tra di loro, io non c'entro nulla.
    Subito dopo, mi avvio verso il negozio di dolciumi.
    -Un gelato al sale marino, per favore.-
    -Certo cara, dammi solo un minuto.-
    L'anziana signora mi porge i ghiaccioli.
    -Quanto costano?-
    -20 Munny.-
    Le do i 50 Munny che stringevo in mano. -Me ne rimangono 30...-
    -Torna presto, cara.-
    Sorrido. -Sì... tornerò.-
    Comincio a camminare, ma ben presto realizzo una cosa: dove andrò a mangiare il gelato?
    -Oh!-
    Faccio ritorno al negozio.
    -C'è qualche problema?-
    -Posso mangiare il gelato qui?-
    -Ma certo che puoi!-
    Inizio a mordere il gelato.
    E' dolce e salato, come sempre.
    -Beh, ti piace?-
    -E' delizioso.-
    -Sono contenta.-
    Annuisco e subito dopo mi rendo conto che un gatto si sta strusciando sulle mie gambe.
    -Ehi piccolo, ne vuoi un po'?- Domando, abbassandomi. Il gatto miagola e continua a strusciarsi sulle mie gambe.



    Nel loro rifugio segreto, Hayner e Olette sembrano aver fatto pace.
    -Ehi, Hayner.-
    -Uh?-
    Pence solleva lo sguardo. -Chi era quella ragazza al negozio di dolciumi?-
    -Che ragazza?- Domanda Olette.
    -L'abbiamo vista in piazza stamane.-
    -E non la conoscete?-
    -Non l'ho mai vista prima. Porta un vestito bianco e ha i capelli biondi.-
    -Esatto.- Conferma Hayner.
    -Chissà quando si è trasferita qui.-
    -Forse la incontreremo a scuola.- Aggiunge Olette.
    -Lo spero.-
    -... Hayner, ma stai ascoltando?-
    -Eh?-
    Olette sospira. -Pence, quella ragazza... era carina?-
    -Altroché!-
    -... ora capisco tutto, Hayner.-
    -Ehi, cosa intendi dire?!-



    Dopo aver finito il mio gelato, corro a casa, richiudendomi la porta alle spalle. Comincio ad avvertire un battito nel mio petto.
    Prendo in mano il mio sketchbook e comincio a disegnare un gatto nero.
    Mi sono divertita oggi.
    Sono anche stata felice d'aver incontrato Hayner, nonostante non sia riuscita a parlargli.
    -Tornerò ancora...- Mormoro, sorridendo.



    Il giorno seguente, mi avvio di nuovo verso la piazza, portando con me 30 Munny.
    Axel e Riku non sono ancora tornati.
    Se sapessero che sono uscita dalla villa, mi avrebbero di certo rimproverata. Sono sempre in pensiero per me.
    Meglio non dir loro nulla di tutto questo.
    Prima di comprare il gelato, decido di visitare la città.
    Dopo aver visto per la prima volta la Torre dell'Orologio, mi avvio verso il negozio di dolciumi.
    -Oh, ciao.- Mi saluta l'anziana signora.
    -Un gelato al sale marino, per favore.-
    -Certo.-
    Ora mi rimango 10 Munny.
    -Ecco a te.-
    -Grazie.-
    Il gatto miagola sommessamente.
    -A presto!-
    Mi avvio verso la Piazza della Stazione con il gelato.
    Percorrendo la stradina alla destra di un grande garage, posso scorgere la stazione.
    I raggi del Sole mi illuminano.
    -Quanta luce...-
    Mentre mi avvicino al Sole, alcuni piccioni prendono il volo.
    -Wow!-
    -Chi c'è?-
    Domando, voltandomi. Hayner mi osserva con uno sguardo stupito. Io faccio lo stesso.
    -... tutto bene?-
    -Certo!-
    -Menomale.-
    Mi volto verso il Sole, nascondendo ciò che stavo provando.
    Non è la prima volta che ammiro il tramonto. L'avevo già visto dopo aver aiutato Axel tempo addietro.
    Hayner mi camminò di fronte, ostruendo la visuale.
    -Ci siamo già incontrati ieri, alla Zona del Tram.- Non sapendo cosa dire, lo fisso. -Come ti chiami?-
    -... Naminé.-
    -Io mi chiamo Hayner. Da dove vieni?-
    Anche qui, non so cosa rispondere. Ciò che rimane del mio gelato si scioglie, lasciandomi in mano solo il bastoncino.
    Hayner si avvicina, notando il mio volto turbato.
    -Mi pare di capire che ti piace il gelato al sale marino. Beh, anche a me!-
    Annuisco. Prima che Hayner possa dirmi altro, il suono di una campana lo interrompe. Entrambi solleviamo lo sguardo verso la torre.
    -... sei già al corrente delle voci che girano sui fantasmi che compaiono sulla Torre dell'Orologio?-
    -Cosa?!-
    -Oltre all'addetto delle pulizie, nessun altro si reca più sulla torre. Ma alcuni persone dicono d'aver visto due "ombre" sedersi a mangiare un gelato, lassù...-
    -I due fantasmi...- Mormoro.
    Trovo la storia interessante e divertente allo stesso tempo.
    -Ti piacciono le storie di fantasmi? Beh, eccotene un'altra. Nella periferia della città c'è una Villa Stregata...-
    -So di che fantasma parli. La ragazza che compare alla finestra dietro alle tende, vero?-
    -Proprio così!-
    Sorrido.
    -E' la mia preferita.-
    -Hayner!- Pence e Olette compaiono improvvisamente alle nostre spalle.
    -Devo andare.- Dico, cominciando a camminare.
    -Proprio ora?-
    -Sì, mi dispiace.-
    -Ma... volevo farti conoscere gli altri...-
    Comincio a correre.
    -Ma...-
    -Cosa?-
    Olette e Pence si stupiscono nel vedere che mi allontano.
    -Aspetta!- Il grido della ragazza mi blocca. -Giochiamo insieme.-
    Purtroppo, però, non riesco a voltarmi e ricomincio a correre.



    Chiudendo rumorosamente la porta della villa, tento di calmarmi.
    Non avrei dovuto parlare con gli abitanti della città.
    So che Hayner è come una rana dalla bocca larga. Questo mio sbaglio non può essere corretto.
    E' sempre strano per me parlare con una persona della mia stessa età o poco più. Ma Sora e Riku sono speciali.
    Hayner è diverso.
    Un ragazzo normale, come Pence e Olette.
    E' diverso da noi.
    Premendomi una mano sul petto, sento che il mio battito è lievemente diminuito.



    Passeggio lentamente nella foresta. Non ho dormito bene la notte precedente.
    Avendo solo 10 Munny, non posso comprare un altro gelato.
    Ad un tratto, sento delle voci.
    -Non colpirla così!-
    -Ti farai solo male!-
    -Non così, vacci piano!-
    Hayner, Pence e Olette tentano invano di colpire una palla.
    -Ce l'ho fatta!-
    Il pallone, colpito da Pence, rotola sino ai miei piedi.
    -Naminé!-
    -Ciao.- Sorrido. Hayner corre verso di me.
    -Sapevo che ti avrei rivista.-
    -Perdonami per essere fuggita via, ieri...-
    Raccolgo la palla e la porgo ad Hayner.
    -Ma sarei ritornata in ogni caso.-
    -Che succede, Hayner?- Olette e Pence ci raggiungono.
    -Piacere di conoscervi. Io sono Naminé.- Dico loro.
    -Quand'è che ti sei trasferita qui, Naminé?-
    Rido sommessamente. I tre si scambiano un'occhiata confusa.
    -Sapete... oggi non ho ancora mangiato un gelato. ... che ne dite?-
    Scuoto la testa alla proposta di Hayner. -Io ho solo 10 Munny...-
    -Ne pagheremo metà ciascuno!-
    -Certo!-
    -Sì, dai!-
    I tre cominciano a ridere.
    -Starai con noi, oggi.-
    -... grazie.- Le parole di Pence mi abbatterono un pochino, anche se non so perchè.



    Ci avviamo verso il negozio dei dolciumi.
    -Ma quanti siamo, oggi!- Ci accoglie l'anziana signora. Il gatto si struscia contro le mie gambe.
    -Abbiamo abbastanza Munny?- Domanda Olette preoccupata.
    -Tranquilla!-
    Insieme, raduniamo tanti Munny quanti ne bastano per comprare un gelato ciascuno.
    La signora ci porge i ghiaccioli.
    -Grazie.- Dico, mordendo subito il mio.
    -E' salato... ma dolce.-
    -Già! E' delizioso!- Esclama Pence.
    Appoggiati al muro, gustiamo i nostri gelati, mentre un tram attraversa la piazza.
    -Sono felice d'avervi incontrati.-
    -Ci troveremo molto spesso, da ora in poi.- Afferma Olette, guardandomi.
    -Già, anche se le vacanze estive stanno per finire...- Aggiunge Hayner.
    -Grazie per il gelato.-
    -Di nulla.-
    -Anche se a dire il vero... oggi... sono venuta per dirvi addio.-
    -Cosa?!- Esclama Hayner. -Perchè?-
    Olette e Pence mi guardano, ansiosi.
    -Ma... è stato davvero bello incontrarvi. Purtroppo... non potremo più vederci.-
    -Cosa intendi... ?-
    -Mi dispiace. Io sono una strega... un fantasma.-
    Metto in mano ad Hayner il mio gelato, non ancora finito.
    -... ma Naminé... aspetta un momento!-
    -Grazie di nuovo per il gelato...- Allento la presa sulla mano di Hayner. -Anche se distruggo le catene dei ricordi, i frammenti di memoria non scompaiono mai. Quando tutti mi dimenticano, io ricordo.-
    -Cosa stai dicendo, Naminé?-
    -Perdonatemi... ... addio.-
    Un Corridoio Oscuro si apre alle mie spalle.



    Hayner non riesce a dire nulla.
    -Hayner, qualcosa non va?- Gli domanda Olette. -Perchè hai preso due gelati?-
    Il ragazzo abbassa lo sguardo sulle sue mani. Effettivamente, stava davvero stringendo due ghiaccioli.
    -Già... perchè?-
    Entrambi erano mangiati per metà. Ma anche Olette e Pence ne avevano in mano uno ciascuno.
    Hayner solleva lo sguardo, udendo i rintocchi di una campana in lontananza.



    Sto disegnando in silenzio.
    Ci sono Hayner, Pence e Olette che ridono.
    Ricordi segreti che non rivelerò a nessuno.
    Anche se sono una strega che manipola i ricordi, non significa che dimenticherò ciò che mi è accaduto in quella città.
    Non lo farò, e nemmeno voglio farlo.
    Il gelato... dolce e... salato...
    -Naminé.- Una voce mi chiama.
    -Bentornati.-
    -Sono a casa, Naminé.- Riku mi sorride, rimuovendo il suo cappuccio.
    -Abbiamo notizie.-
    Axel si siede, stringendo -ovviamente- un gelato al sale marino in mano.
    Mi sento bene quando ci sono loro.
    I miei più cari amici... Axel e Riku.
    -Allora, come sta Sora?- Domando loro, chiudendo il mio sketchbook.

    CAPITOLO COMPLETO! A BREVE IL SEGUITO SEMPRE IN QUESTA SEZIONE!
     
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