Kingdom Hearts Reloaded 1.5

Versione riveduta e corretta della mia opera in corso, più arricchita e avvincente.

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    Se solo avessi compreso l’esatta funzione del mio potere in anticipo, non starei piangendo la tua morte. Porto questa bandana rossa impregnata del tuo sangue, in memoria del mio unico grande errore. Se mai dovesse esserti possibile, Daniel, amico mio, perdonami.

    CAPITOLO I
    “ Devo ripartire da qualcosa”


    In genere tutti noi desideriamo essere eroi, o almeno, la maggior parte lo desidera. E spesso queste persone si ritrovano a dover affrontare situazioni assurde solo per soddisfare il proprio ego. Ma eroe si può definire chi è costretto a dover partire, lasciando i suoi cari, e affrontare sfide più grandi di lui sapendo che, forse, non sarebbe mai più ritornato a casa. E poi ci sono quei pochi che agiscono solo ed esclusivamente per una ragione, unica motivazione del loro spirito avventuriero, della loro forza senza freno, magari anche del loro sprezzo del pericolo: la Vendetta. E da qui parte la nostra storia.
    Nato nel sobborgo di Crepuscopoli, Duke visse per 15 anni in casa del nonno. Era orfano. Gli anni passati nell’oblio erano ormai finiti, il ragazzo nacque alla fine della Grande Guerra, per lui una fortuna. La Grande Guerra aveva portato via gli ultimi veri Eroi, ragazzi che avevano combattuto per un futuro migliore, si diceva, ed era ormai tradizione ricordare le loro gesta. Ma la fortuna di Duke stava nel fatto che il suo caro nonnino, unico membro della famiglia ancora in vita, aveva conosciuto e combattuto al fianco di suddetti eroi tempo prima della Grande Guerra. Il suo animo duro dovette poi sciogliersi alla notizia su tutti i giornali locali: Sora e i suoi amici erano scomparsi, presumibilmente morti. Fu uno shock per il povero nonno, ormai all’imbrunire dei suoi anni. Ma poi la lieta notizia, il nipote nascente, anni dopo. I Keyblade avevano portato via molto a lui, suo figlio, la moglie morta durante il parto, poco dopo aver dato un nome al pargolo e i suoi più vecchi amici, che prima d’allora passavano di tanto in tanto a salutarlo, gioiosi.
    Duke dunque visse quei 15 anni a Crepuscopoli con suo nonno, il quale si dedicava alla narrazione di numerosissime storie al riguardo di Sora e dei suoi compagni, alimentando la fantasia del ragazzino, che si faceva coinvolgere da quei racconti. Il nonno arrivò a comprargli una katana di legno, permettendogli di allenarsi, o meglio, di giocare ad essere Sora o Riku o chi per loro, combattendo mostriciattoli scuri e pericolosi o affrontando viaggi immensi e snervanti. Nonostante la sua difficile nascita, Duke era un ragazzino molto allegro, alto per la sua età, slanciato, gli occhi di un nero vivido e vispo, i capelli non molto lunghi, lisci e anch’essi nerissimi. Si scoprì essere molto abile con la katana di legno, ogni tanto il nonno si commuoveva. Una volta anche lui combatteva con una spada, del tutto particolare, ma ormai era bella che andata, persa dal figlio nella Guerra, assieme alla sua vita.
    Mancavano pochi giorni al suo compleanno, quando avvenne qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere. Il vecchio nonno era intento nel narrare l’ennesima impresa di Sora e Riku quando un terremoto colpì la città. Ma non era un terremoto normale, il nonno lo riconobbe.
    << Allora, ascoltami bene Duke – disse, scattando in piedi, non sembrava poi tanto vecchio e prese una delle armi che erano appese alle pareti – nasconditi e non uscire di casa, fino a quando non ritorno, ho un brutto presentimento>>
    << Ma nonno!! – protestò Duke, prendendo la sua fida katana di legno – Posso aiutarti!>>
    << Resta qui! È un ordine!>> replicò il nonno, una vena che si gonfiava sul collo ed un’altra sulla tempia. Duke non poté far altro che ubbidire all’amato nonno e si nascose, con la sua katana. Non seppe mai cosa accadde là fuori, chiuse gli occhi a lungo. Passarono le ore, dal pieno giorno era quasi buio, il nonno non aveva fatto ancora ritorno. Ed un lugubre pensiero pian piano si impadroniva di lui: suo nonno, forse, non sarebbe mai ritornato a casa. Questa sua paura prese effettiva forma quando lo stesso identico terremoto colpì nuovamente la cittadina. Duke non ebbe scelta e prese la sua katana di legno, con cautela uscì di casa, pronto ad andare in ricerca del nonno. Ma Crepuscopoli era ridotta molto male, rovine dovunque, i palazzi quasi del tutto distrutti: alcune crepe percorrevano le strade fino all’Area del Tram, passando per il Vicolo e il Corso della Stazione. Ad onor del vero, Duke era poco convinto di quello che faceva, ma dopotutto, meglio andar incontro al proprio destino che impazzire nell’attesa della sua venuta. Avanzava lentamente, guardandosi intorno, grondava di sudore e tremava, la katana impugnata con entrambe le mani e pronta ad essere utilizzata. La distruzione era ovunque, chi o cosa era artefice di tutto quel disastro?
    Giunto all’Area del Tram assistette ad un vero e proprio scenario raccapricciante.
    << Che sta succedendo qui?!>> urlò, chiudendo gli occhi.
    C’erano alcune voragini nella piazza centrale, alcuni cadaveri sparsi, non riconobbe quello del nonno, ma cominciava seriamente a dubitare del suo ritorno. Rimase lì ad aspettare, magari qualcuno era sopravvissuto e avrebbe potuto dirgli qualcosa di più sull’avvenimento e su suo nonno, forse. Ma attese invano. Anzi, qualcuno gli si avvicinò, o meglio …. Qualcosa.
    << E quello cos’è?>> chiese al vento, tremando e arretrando.
    Un enorme figura nera si avvicinava a lui con fare minaccioso, probabilmente era l’artefice di tutto quel disastro.
    “ Fuggi, presto!!!” una voce proruppe nella mente di Duke, che rapidamente si allontanò, andando verso la Stazione, voleva prendere un treno il prima possibile. Ma fu bloccato nuovamente. La stessa figura nera si era quasi materializzata davanti a lui. Stringendo la sua katana di legno, Duke arretrò ancora, pronto a combattere, ignaro che alle sue spalle la vera figura che lo stava inseguendo dall’Area del Tram era in arrivo.
    "Attento alle spalle!" tuonò nuovamente la voce nella mente di Duke, che prontamente si voltò, vedendo la nera figura muoversi verso di lui molto velocemente. Non poteva far nulla, si era quasi rassegnato, stringendo la katana di legno, ormai risultata inutile e quasi di peso. Eppure non tutto era perduto.
    "Corri nel Vicolo, presto!!" sentì ancora una volta nella sua mente. Duke credeva si trattasse del suo pensiero, quindi si fidò in maniera incondizionata di quella voce, correndo all'impazzata riuscì a prendere in controtempo la figura nera che per poco non gli squarciò il fianco sinistro. Discese tutto il Corso della Stazione, svoltando per il Vicolo, un posticino abbandonato ormai da anni, almeno dal tempo di Roxas e dei suoi amici. Di fronte al vecchio nascondiglio era comparsa una porta abbastanza illuminata, che destò l'attenzione del ragazzo, non potendo far altro che fermarsi ed osservare quella luce abbagliante.
    " Bene, apri la porta, dall'altra parte ci sarà un mio amico ad attenderti, non abbiamo molto tempo Duke" questa volta la voce era inconfondibilmente un'entità esterna, connessa alla mente del ragazzo ma un essere staccato dall'interezza di Duke.
    << Chi sei?>> chiese, istintivamente.
    " Passeremo dopo alle presentazioni, ora varca quella soglia se ci tieni alla pelle" tuonò perentoria. Il ragazzo non dovette far altro che fidarsi, la due figure nere si erano avventate su di lui e lesto aprì la porta entrandovi.
    Fu come essere risucchiati in un buco nero, l'oscurità circondava il ragazzo che stava precipitando. Duke urlò violentemente, sperando fosse un sogno, ma non si svegliò, era tutto dannatamente vero e poteva farci ben poco. Continuava a cadere, la paura lo stava prendendo, chiuse gli occhi e attese: quella caduta avrebbe avuto una fine e lui non sapeva volare, si sarebbe schiantato al suolo da un momento all'altro, riuscì addirittura ad addormentarsi, attendendo la sua triste fine, impugnava ancora la sua katana di legno. Quel tunnel oscuro nel quale era finito si riaprì, portandolo in un altro luogo. Duke dormiente non si era risvegliato, sebbene il forte sole lo stesse investendo. Il ragazzo però stava precipitando e si sarebbe schiantato al suolo se non fosse stato per una nuova figura. Una macchia arancio-blu lo trasse in salvo all’ultimo secondo, afferrandolo al volo e portandolo al sicuro, la katana cadde e rimase lì, nella radura.
    “ Hey! Hey Duke! Coraggio svegliati! Abbiamo un sacco di cose da sbrigare!”
    Quella voce tuonò ancora, violenta, nella mente del giovane Duke, tanto da svegliarlo. Si guardò bene intorno, si trovava in una stanza, c’era una scrivania al suo fianco, con libri e quaderni ammucchiati, poi proprio tra la scrivania e il letto nel quale giaceva un’enorme finestra dominava la scena. La porta era alle spalle della sedia, la stanza non era molto grande, più o meno adatta ad un bambino. Bambino che, notò, sonnecchiava in mezzo ai libri. Doveva avere almeno dieci anni o giù di lì, secondo il ragazzo, e stava studiando tranquillamente, prima di addormentarsi. Portava una tuta viola con delle strane scarpe arancioni, i capelli neri lunghissimi. Bussarono alla porta e il bambino si svegliò di soprassalto, Duke chiuse gli occhi all’istante.
    << Entra pure>> disse il bambino.
    << Gohan stai studiando?>> chiese una donna, entrando.
    << Si, mamma>> rispose Gohan, sorridendo.
    << Si è svegliato?>> chiese la madre di Gohan, il ragazzo scosse la testa. Entrò anche un’altra persona, più alta, con una stranissima capigliatura, una tuta arancione acceso, con una maglietta blu sotto la tenuta superiore, polsini blu come la cinta e gli stivali.
    << Non sembra papà>> disse Gohan. Ma l’uomo sorrise e si rivolse a Duke.
    << Forza dai, adesso puoi smettere di fingere>> disse.
    << Come te ne sei accorto?>> chiese Duke alzando lo sguardo, destando lo stupore di Gohan e di sua madre.
    << Hai aperto gli occhi per qualche momento>> sorrise l’uomo.
    << Sei tu che mi hai salvato?>> gli chiese ancora, alzandosi dal letto.
    << Si … devo dire che sei stato fortunato sai – rispose l’uomo, grattandosi la testa – passavo per caso di là>>
    Duke cercò di uscire dalla stanza, era un bel quadretto familiare ma non si sentiva bene a suo agio. Ci riuscì, ma fu trattenuto dall’uomo. Gli fece cenno di seguirlo e così fece, uscirono dalla casa, si trovavano in mezzo alle montagne, circondati dalla natura, era davvero un bel posto. L’uomo si sedette per terra, imitato poi da Duke.
    << Io sono Goku>> gli disse, sorridendo.
    << Duke>> rimandò il ragazzo, tranquillo.
    L’uomo di nome Goku non sembrava il tipo di persona che discute animatamente, infatti dopo le presentazioni non sapeva cosa dire o fare, finché non apparve una creatura. Alta, nera, con un buco a forma di cuore sul petto, l’oscura figura aveva inseguito Duke.
    << Dannazione!>> disse il ragazzo, guardandosi intorno. La sua katana di legno era lì vicino e la raccolse subito, pronto a combattere. Goku, dal canto suo, era già pronto all’azione. Subito si lanciò contro la figura, ma i suoi pugni andarono a vuoto, con suo grandissimo stupore.
    << Non è possibile!>> disse, arretrando. Un alone azzurro lo circondò, lasciando Duke senza parole. Nelle mani di Goku si generarono due sfere azzurrissime, di pura energia. Unì le mani generando un'unica sfera, che divenne rossa, piegò le gambe e si preparò a lanciare il colpo.
    << KA – ME – HA – ME – HAAA!!!!>> urlò, lanciando il rosso fascio di energia. La creatura fu travolta, ma ne uscì indenne. Goku rimase piuttosto perplesso. Duke si fiondò all’attacco.
    << Carica!!>> urlò, preparandosi a colpire la figura, ma i suoi fendenti andarono a vuoto clamorosamente. In quel momento la nera creatura passò all’attacco, Duke non sapeva cosa fare, era troppo vicina per poterla schivare, quindi si preparò a parare con la sua katana. Ma sapeva che non avrebbe resistito.
    “Tranquillo Duke! Ci sono qua io!” la voce rimbombò nella sua mente e la katana prese fuoco, lasciando Duke sconcertato. La creatura dovette arretrare, abbagliata da quelle fiamme. Una nuova spada si trovava nella mano destra di Duke, con oltre un metro e mezzo di lama e altri cinquanta centimetri di impugnatura, era rossa come il sangue e aveva una curiosa forma di chiave. Goku comprese la situazione e incitò il ragazzo.
    << Attaccalo adesso, Duke!>> disse. E il ragazzo eseguì, si lanciò sulla figura e con un fendente secco la tranciò in due. La spada non era affatto pesante, riusciva a maneggiarla con destrezza. La nera figura sparì in uno sbuffo di fumo. Il ragazzo conficcò la spada nel terreno, ansimando.
    << C – Ce l’ho fatta … >> disse, sfinito, sedendosi per terra, sorridendo.
    << Ottimo lavoro>> disse Goku, posando una mano sulla spalla di Duke, sorridendo.
    << Ma cos’era quella cosa?>> chiese il ragazzo.
    << Una creatura oscura … sei fortunato ad avere quella spada, le puoi affrontare>> rispose Goku, indicando la spada di Duke.
    << Tu non puoi?>> chiese di nuovo.
    << A quanto pare non in questa forma, credo>> rispose di nuovo Goku, sorridendo. L’uomo avvertì però una strana energia provenire dal ragazzo e dalla spada, ne parve incuriosito.
    << Sai che facciamo adesso? – riprese – Andiamo ad allenarci!>> e tenendo sempre la mano sulla spalla di Duke, portò due dita dell’altra sulla fronte e si teletrasportò. I due si ritrovarono al cospetto di un palazzo, bianchissimo, con una cupola dorata. Duke impugnava ancora l’enorme spada rossa a forma di chiave. In quel mentre giunse un altro ragazzo, anch’esso armato di spada, con una strana capigliatura viola e un giubbetto blu.
    << Goku!!>> corse salutando, felice.
    << Ciao Trunks>> disse Goku, anche lui piuttosto vivace. I due parlottarono a lungo e a bassa voce, Duke non ci capiva niente. Infine i due si rivolsero al ragazzo.
    << Vieni, abbiamo un sacco di lavoro da fare!>> disse Goku, con una strana luce negli occhi che preoccupò e non poco il giovane Duke. I tre entrarono nel tempio, accolti da un ragazzo … verde e un suo sottoposto, di colore. Il ragazzo verde portava una lunga tunica bianca con uno strano simbolo sul petto e un mantello blu scuro, salutò i ragazzi, mentre l’altro uomo, più basso e grosso, dall’aria molto simpatica, pareva un sultano.
    << Popo, ci puoi portare alla Stanza?>> chiese d’un tratto Goku, salutando prima il ragazzo verdognolo. L’uomo di nome Popo, sorridendo, li scortò all’interno del tempio, dopo almeno dieci minuti furono davanti ad una porta che Popo aprì, sorridente, senza indugiar più di tanto. Per primo entrò Trunks, molto sereno, poi Goku, che attendeva il giovane Duke, esitante.
    “ Dunque è questo il mio ruolo? Dovrei prepararmi a combattere? Forse incontrerò chi ha reso Crepuscopoli in quello stato, magari capirò cosa è successo al nonno … far luce su questo mistero. Goku è la chiave … o lo sono io?”
    Goku lo chiamò ancora, e Duke decise di muoversi, entrando nella stanza speciale.


    IMPORTANTE: Preferisco piazzare le cose serie dopo che abbiate letto. L'introduzione iniziale in corsivo è una frase che verrà riportata molto più avanti nella storia, in un momento piuttosto cruciale. Ora, questa versione di Kingdom Hearts Reloaded è la versione definitiva dell'altra opera che sta nella discussione omonima, è stata modificata per andare oltre una trama noiosa all'inizio e rendervi subito consci dell'effettiva situazione di Duke e riprodurre fedelmente alcuni personaggi. Spero sia di vostro gradimento.
     
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